La società target può detrarre i costi sostenuti dalla newco in una operazione di leveraged buy out. Questo il principio espresso dalla Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 22608/2024.

La Corte di Cassazione con un importante pronuncia, tesa a valorizzare il principio generale della prevalenza della sostanza sulla forma, ha ribaltato le pronunce di merito, dando evidenza della circostanza che il veicolo ad hoc costituito, preordinato alla fusione con indebitamento, non poteva considerarsi meramente una holding statica, perché l’operazione andava letta in maniera sistemica, considerandola nel suo complesso e non già in via meramente formale.
Le diverse fasi del procedimento di leveraged buy out (che si erano articolate nella: – costituzione del veicolo; ricorso al debito; – acquisizione delle partecipazioni della target e successiva fusione), dimostravano e dimostrano la natura “transeunte” del veicolo, funzionale alla realizzazione dell’operazione di fusione con indebitamento.
In tale contesto – attraverso un’interpretazione dinamica delle norme, anche alla luce dei principi di ragionevolezza e proporzionalità, nonchè dei canoni generali di buona fede e correttezza – il Supremo Giudice di legittimità ha annullato la sentenza del giudice a quo, evidenziando come il veicolo avesse natura differente dalla semplice holding statica, che alla stregua dei principi comunitari non è considerato soggetto passivo d’imposta (articolo 4, comma 5 del DPR 633/1972).
La Cassazione ha al contrario evidenziato che l’iva che sui costi sopportati dal veicolo preordinati alla fusione con indebitamento deve poter essere detratta dalla società target se questa è un soggetto passivo IVA che beneficia del diritto alla detrazione.
Un’interpretazione della normativa che valorizza un approccio dinamico e sostanziale, tale da garantire il generale principio di imparzialità e buon andamento, oltre che le clausole generali di buona fede e correttezza cui l’Amministrazione Finanziaria dovrebbe informare la sua condotta, evitando di sottoporre il contribuente a lunghi e costosi giudizi, oltre che incerti per l’aleatorietà genetica immanente agli stessi.
Bisognerebbe che l’Amministrazione Finanziaria guardasse meno ai “budget” e più ai principi sostanziali!!