Sulla base della cosiddetta «teoria delle apparenze», applicata al principio della parità delle armi a partire dalla sentenza Kress c. Francia (sentenza Kress c. Francia del 7 giugno 2001, ricorso n. 39594/98), la Corte eur. D.U. ha dichiarato che anche uno squilibrio oggettivo e astratto può essere sufficiente per constatare una violazione di detto principio (Corte eur. D.U., sentenza Kress, cit. alla nota precedente, punto 85). Tale giurisprudenza è stata applicata principalmente nei procedimenti nazionali in materia penale, ma anche, sebbene con minor frequenza, in quelli di natura civile, sociale e amministrativa (V., inter alia, Corte eur. D.U., sentenze Feldbrugge c. Paesi Bassi del 29 maggio 1986, serie A n. 99; Bendenoun c. Francia del 24 febbraio 1994, serie A n. 284; Hentrich c. Francia del 22 settembre 1994, Serie A n. 296-A, e Miailhe c. Francia (n. 2) del 26 settembre 1996, Recueil des arrêts et décisions 1996-IV, fasc. 16). La Corte ha fatto propria tale giurisprudenza e ha applicato in molte occasioni le garanzie elaborate dalla Corte eur. D.U. descritte sopra (V., inter alia, sentenze del 26 giugno 2007, Ordre des barreaux francophones et germanophone e a. (C-305/05, Racc. pag. I-5305, punto 31); del 2 dicembre 2009, Commissione/Irlanda e a. (C-89/08 P, Racc. pag. I-11245, punti 52 e segg.), e del 17 dicembre 2009, riesame M/EMEA (C-197/09 RX-II, Racc. pag. I-12033, punti 39 e 40).
Sebbene la giurisprudenza della Corte di giustizia non sembri aver accolto con troppo entusiasmo la cosiddetta «teoria delle apparenze» e nella maggior parte dei casi richieda la prova di un danno effettivo derivante dallo squilibrio tra le parti, non vi è dubbio che il grado di tutela sia sostanzialmente analogo a quello garantito dalla Corte eur. D.U.